Una riflessione sul suono/rumore nella costruzione del senso profondo del reale. L’ambiente, adesso inserito in Costituzione, assorbe anche il concetto di “paesaggio sonoro”. L’importanza di progettare spazio e suono.
Forma è anche sostanza. Nei principi fondamentali della Costituzione è stata inserita anche la tutela dell’ambiente, chiarendo inoltre che la tutela si estende alla biodiversità e agli ecosistemi, dunque a tutti quelle specificità che caratterizzano un territorio tanto vario come quello italiano. Con il voto favorevole di quasi tutto il Parlamento è passata una modifica al dettato costituzionale da più parti definita come storica, anche e soprattutto perché va a inserirsi proprio nei primi articoli (art.9), ovverosia gli articoli che sorreggono l’ordinamento e dovranno essere richiamati e citati nelle prossime leggi e/o sentenze e mai violati.
Il testo modificato introduce inoltre anche una responsabilità intergenerazionale di tutela dell’ambiente, identificato come bene materiale, immateriale, identitario da tramandare il quanto più possibile intatto ai posteri. L’integrazione ha sviluppato un concetto già presente nell’articolo che prima menzionava solo il paesaggio, andando a cogliere la complessità vitale che vi è dentro racchiusa e le sue infinite varianti. Il legislatore ha dimostra di saper recepire e formalizzare, unitariamente, la nuova attenzione al tema. Di conseguenza, gli altri diritti, a partire da quello di impresa dovranno integrarsi con questo.
“La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica.
Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione.
Tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni. La legge dello Stato disciplina i modi e le forme di tutela degli animali”.
Il suono come parte dell’ambiente
L’ambiente è un concetto prezioso perché permette di pensare l’uomo non come parte assestante ma come elemento, non soverchiante di una composizione più ampia e armonica. Una parte dell’ambiente e ancor prima dell’esperienza cognitiva e mnemonica del singolo è il suono. La sonorità contribuisce a creare un’immagine, un ricordo e una familiarità del reale. Ecco perché adottiamo la definizione di “paesaggio sonoro” che ci permette di cogliere l’importanza che il suono ha per l’uomo e per il paesaggio e che esso vada a costituire una mappatura fisica e mentale dei luoghi e una loro riconoscibilità.
La sonorità può essere naturale o anche antropica. Al pari degli altri sensi essa costruisce un paesaggio creatore di senso, con cui si raffronta l’uomo nel suo percorso. Non tutte le sonorità possono essere positive o benefiche. L’impatto del rumore, di un suono percepito come negativo, inutile, insistente, ostile crea subito disturbo, allontana da un luogo e uno spazio, danneggia, nel lungo periodo, la vita umana e non solo. Il cambiamento, brusco o graduale, delle sonorità potrebbe essere alla base anche di un sentimento di alienazione dell’uomo da un determinato luogo prima familiare o amico portandolo a non riconoscervisi più.
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Il suono è spazio, è identità, è tempo. Da questi principi che abbiamo enunciato e che sono parte della nostra pratica quotidiana, si evince quanto sia importante la progettazione sonora dello spazio e la tutela di una familiarità sonora dello spazio. Bilanciare le esigenze di abitabilità e socialità con lo sviluppo, prevedendo tutte le compensazioni, creare spazi/momenti di decompressione ovvero di suono e non suono, in quanto anche la sua assenza può essere benefica e può farlo riapprezzare. È una visione dello spazio ancora agli albori ma che può portare ad un miglioramento complessivo.