Si lavora a migliorare il Superbonus, a cominciare dall’introduzione di una platea più ampia.

Fa bene all’ambiente, movimenta un settore in affanno, chiama in causa tecnici e professionisti specializzati. Il Superbonus è una misura anti-crisi apprezzata e concreta ma, come alcuni stanno facendo notare, questa occasione rischia di lasciare un’ampia platea di esclusi.

Da più parti adesso si lavora per limare i difetti e le storture del Superbonus che stanno emergendo in questa fase iniziale. Uno dei soggetti in prima linea è ANCE che, per bocca del presidente Gabriele Buia, durante un’audizione sul Dl agosto alla Commissione Bilancio del Senato ha presentato alcune concrete proposte migliorative.

Le richieste di ANCE

Tra queste c’è la richiesta di estendere la platea dei soggetti beneficiari alle “imprese che eseguono lavori agevolati su immobili di loro proprietà”. Al momento imprenditori e professionisti hanno un margine di manovra molto limitato. Qualora il beneficiario del Superbonus possieda un immobile strumentale situato in un condominio, può eseguire lavori di miglioramento nelle parti comuni dell’edificio.

Sempre ANCE chiede di “rivedere la definizione di condominio adottata dall’Agenzia delle Entrate ai fini dell’applicabilità della detrazione potenziata al 110%, che punta a impedire gli interventi su abitazioni con un unico proprietario. Ciò limita fortemente l’impatto economico della misura e le potenzialità del provvedimento, come stimolo agli interventi di riqualificazione urbana e all’interesse pubblico di avviare un serio programma di risparmio energetico e di sicurezza del patrimonio edilizio esistente”. ANCE punta infatti a semplificare l’accesso alla detrazione: la conditio sine qua non del condominio è il frazionamento e quando sussiste si dovrebbe poter accedere al Superbonus.

Infine si richiede di “eliminare il riferimento utilizzato dall’Agenzia delle Entrate alla “prevalente destinazione residenziale” per gli interventi sulle parti comuni condominiali, che limita fortemente il beneficio, specie per le unità immobiliari a destinazione non abitativa possedute da soggetti esercenti attività d’impresa”.

Le attuali criticità

Oltre le rilevazioni di ANCE, gli operatori del settore fanno notare che accedere al Superbonus è tuttora complicato. La prima ragione è la serie di asseveramenti richiesti che obbligano a produrre tanta documentazione. Per realizzarla infatti occorre il parere di tecnici specializzati, come lo studio SISMA che in tal senso ha attivato un servizio preciso di diagnosi energetica, a cominciare dal settore della termotecnica. L’altro punto, direttamente connesso al primo, è il tempo. La grande mole di burocrazia rischia di ritardare i lavori e quindi già si sta pensando ad un rinnovo del Superbonus anche nei prossimi anni.

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