I pneumatici fuori uso possono essere riutilizzati. Una delle principali applicazioni è nell’asfalto che riduce le emissioni di rumore.

Una nuova vita per i pneumatici fuori uso. Il 1 aprile 2020 è stato firmato e quindi emanato un decreto End of Waste molto atteso: quello sui PFU. Lo ha affermato il Ministro dell’Ambiente Sergio Costa nel corso di una videoconferenza organizzata da Ecofuturo con i giornalisti che si occupano di ambiente. Questo rappresenta un passo significativo verso un’economia circolare.

Sono circa 400.000 le tonnellate di PFU che si generano ogni anno nel mercato del ricambio e della demolizione dei veicoli interessate dal decreto e circa 25 le aziende, con oltre 1.000 addetti, che sul territorio nazionale producono granulo che si può impiegare in vario modo.

Prima su tutte come quantiativo è quello per gli asfalti basso-emissivi: manto stradale di usura basso-emissivo (lo strato a contatto con i pneumatici). Asfalti definiti anche “modificati”, grazie al polverino di gomma, che consentono di ottenere pavimentazioni stradali che durano fino a tre volte più di un asfalto tradizionale e che riducono il rumore del passaggio dei veicoli.

I manti di usura con polverino in gomma sono miscele di conglomerato bitumoso caratterizzate da una curva granulometrica a carattere discontinuo, in cui è stata aggiunta una certa percentuale di polverino di gomma proveniente da pneumatici riciclati.

Ci sono ricadute positive sul fronte delle emissioni di rumore. Il manto stradale ha effetti sia sulla generazione della rumorosità prodotta dal rotolamento del pneumatico sia sulla propagazione della rumorosità derivante dal motore e dagli impianti in movimento dei veicoli. Tra i fattori maggiormente determinanti l’emissione sonora della sorgente stradale risultano essere: la trama della superficie, la struttura della stessa, il grado di porosità è l’impronta del pneumatico.

Processo DRY e WET

Esistono attualmente due differenti metodologie di inserimento del polverino all’interno del conglomerato: processo DRY e WET.

  1. Nel processo DRY il granulo di gomma viene inserito, insieme ad altri inerti, direttamente nell’impianto di miscelazione. I granuli sono pertanto additivati al conglomerato, come parziale sostituzione dell’inerte litico, e agiscono come ammortizzatori visco-elastici.
  2. Nel processo WET il polverino di gomma viene fatto interagire ad alta temperatura con il bitume che in tal modo diventa di tipo modificato, al fine di migliorarne le prestazioni.

Un notevole abbattimento dell’inquinamento acustico

Oltre al miglioramento delle prestazioni meccaniche, l’impiego di polverino di gomma all’interno del conglomerato bituminoso ha il pregio di consentire un abbattimento dell’inquinamento acustico e delle vibrazioni.

In base ai risultati attesi dal progetto Nereide, coordinato dall’Università di Pisa, in collaborazione con ARPAT, Belgian Road Research Centre, Ecopneus, IDASC-CNR, Regione Toscana, l’utilizzo di materiali riciclati da Pneumatici Fuori Uso per la realizzazione di manti di usura, consentirà di ridurre l’inquinamento acustico urbano di almeno 5dB(A) rispetto le pavimentazioni tradizionali con prospettive di incrementare le prestazioni di abbattimento acustico viste le prospettive politiche e legislative.

L’utilizzo di asfalti basso-emissivi per l’abbattimento acustico realizzati con materiali riciclati è una soluzione molto diffusa nella Penisola soprattutto nelle arterie stradali caratterizzate da velocità medie superiori a 70 km/h. In Toscana è stata adottata con successo dai comuni di Massarosa, Pistoia e nella provincia di Firenze.

La soluzione con asfalto basso emissivo vista la fiorente ingegnerizzazione delle miscele, dagli ultimi studi si riscontra che gli abbattimenti acustici risultano altrettanto efficienti anche per viabilità cittadine con velocità medie di 30-50km/h. In ambito cittadino l’ultilizzo degli asfalti basso-emissivi appare oggi l’unica soluzione che può apportare ad un miglioramento del clima acustico in modo diffuso e capillare.

Il costo di asfalti basso emissivi, a fronte di notevoli pregi riscontrati e certificati, risulta attualmente ancora  superiore a quello rispetto a quelli tradizionali e questo ne limita l’utilizzo. Si prevede con l’uscita di questo decreto un abbassamento dei costi e quindi una maggior appetibilità nel prodotto.

Lo Studio SISMA Engineering è specialista nella stesura di Mappature Acustiche e Piani d’Azione ai sensi del DLgs 194/2005 in particolare ha curato la stesura dell’aggiornamento del Piano d’Azione del Comune di Prato nell’anno 2019.

Il progetto ha individuato quale sorgente di maggior rumorosità e popolazione esposta il traffico veicolare derivante da strade di competenza Comunale. Il piano d’Azione del Comune di Prato individua una classifica delle viabilità comunali che come incidenza popolazione esposta/elevati livelli sonori risultano maggiormente significative.

Tra le strategie individuate per l’abbattimento del rumore l’utilizzo dello strato di usura basso-emissivo costituito dal riciclo di pneumatici usati è quella consente ottenere un abbattimento del rumore diffuso in tutto l’ambito cittadino.

Mappatura Acustica Strategica, il caso di Prato