Dentro gli impianti aeraulici si possono annidare batteri e microrganismi nocivi per l’uomo. Ecco come contrastarli con i filtri elettrostatici.
Virus, batteri, funghi, muffe, sostanze chimiche, micro-particelle. Molti e pericolosi sono gli agenti nocivi che possono essere trasmessi attraverso gli impianti di aerazione. Questi rappresentano un veicolo ideale e potenzialmente infinito. Soprattutto dopo l’emergenza sanitaria e in previsione di una fase di convivenza con il Coronavirus è opportuno controllare e migliorare i propri impianti aeraulici negli ambienti domestici e lavorativi.
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La salubrità dell’aria è indispensabile per il benessere delle persone. Aria salubre che secondo l’OMS è un diritto dell’uomo, sancito ufficialmente nel 2000; da questa dichiarazione discende poi la ricca e articolata produzione normativa degli ultimi anni. Di cinque anni precedente è il testo normativo di riferimento in Italia la UNI 10339 del 1995 che classifica i vari impianti e definisce i riferimenti per la quantità di aria da ricambiare, l’efficienza dei filtri, dei sistemi di recupero ed i livelli di qualità dell’aria.
I vantaggi dei filtri elettrostatici
In una precedente pubblicazione SISMA Engineering ha trattato di come progettare al meglio gli impianti aeraulici. Per una sicurezza in più occorre anche istallare dei filtri elettrostatici. Questi permettono di fermare attraverso l’elettricità statica le particelle presenti in aria (0.1 a 20 micron) che vengono trattenute mediante la creazione di un intenso campo elettrico. Quest’ultimo le polarizza e le trattiene su lamine metalliche. Per creare la carica elettrostatici i filtri necessitano di un apposito alimentatore.
I filtri elettrostatici di ultima generazione inoltre presentano innumerevoli vantaggi sebbene siano più costosi all’inizio. Riescono a intrappolare sia particelle più grandi sia quelle più sottili. Accumulano molto più materiale rispetto ai filtri tradizionali. La manutenzione dev’essere costante – solo così possono durate a lungo – ma è poco onerosa e lunga perché occorre soltanto lavarli appositamente immergendoli in acqua o sapone oppure attraverso il vapore senza però doverli smontare. La creazione del campo magnetico richiede energia che però in questa tipologia di filtri è drasticamente inferiore ai tradizionali. I filtri elettrostatici rispettano i parametri previsti dalla UNI 10339 del 1995.
SISMA Engineering ha maturato nel campo della progettazione di impianti una crescente esperienza e può guidarti sia nella realizzazione ex novo sia nell’integrazione degli impianti esistenti con tecnologie innovative e benefiche come i filtri elettrostatici.